La sentenza annotata merita di essere segnalata per aver chiaramente individuato e valorizzato, in una fattispecie complessa in quanto caratterizzata dalla molteplicità delle funzioni, tutte di tipo apicale, ricoperte da un unico soggetto, gli elementi sintomatici della natura prevalentemente giornalistica dell’attività svolta.
Mc Diritto
Il presente lavoro intende analizzare, nel contesto dei mercati digitali, le priorità dell’Unione Europea nell’ambito della proposta “Next Generation EU”, la quale contribuirà a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di Coronavirus, per creare un’Europa post COVID-19 più verde, digitale.
Gli autori esaminano il legame esistente tra i livelli di apertura e chiusura presenti nei moderni sistemi digitali di uso quotidiano, le correlate dinamiche competitive e gli effetti sul benessere sociale. Stante la multidimensionalità dei concetti di apertura/chiusura da un punto sia vista tecnico sia economico,
Parlare di data Protection in tempi di emergenza epidemiologica potrebbe apparire poco significativo rispetto alle più complesse questioni che interessano la gestione della situazione contingente, tuttavia è proprio in questi momenti che occorre preservare i principi posti a tutela delle libertà individuali.
Il contributo, muovendo le mosse dal c.d. pacchetto protezione dati, ne disamina le ripercussioni, per determinati tipi di società, sul Collegio sindacale, dedicato al controllo ex post dell’attività sociale, e sull’Organismo di Vigilanza, dedicato al monitoraggio istituito dalla normativa antiriciclaggio
Il tema della natura giuridica delle testate giornalistiche torna periodicamente di attualità; l’evoluzione della tecnologia, della domanda di contenuti e la sempre più evidente smaterializzazione del prodotto sono elementi che pongono importanti punti di criticità.
Con una decisione, destinata a travolgere completamente gli attuali assenti del mercato della informazione e della comunicazione, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato, il 3 settembre 2019, illegittimo l’art. 43 del Testo Unico dei servizi dei media audiovisivi e radiofonici.