Lo smart working: il giusto equilibrio tra efficienza e sicurezza
- di Michele Iaselli
- Pubblicato sul Numero unico del 2020
Abstract
Lo smart working (o lavoro agile) è disciplinato dalla Legge n. 81/2017 che pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumenti che permettono di svolgere la prestazione lavorativa da remoto. La recente emergenza legata al Coronavirus, che ha coinvolto tutto il mondo, ha contribuito a riaccendere l’attenzione globale sul tema dello smart working. Da un punto di vista prettamente organizzativo, si registra come molte realtà aziendali e pubbliche abbiano adottato le pratiche di smart working per ridurre al mimino i rischi derivanti dal virus e limitare quindi le possibilità da contagio. Si è avuta così una vasta produzione normativa di decreti emergenziali che incentivano il ricorso al lavoro agile anche in modalità semplificata. Naturalmente lavorare da remoto con le proprie postazioni informatiche o anche con le postazione informatiche messe a disposizione dell’ente o azienda (ipotesi questa residuale) comporta seri problemi di privacy e di sicurezza informatica in quanto spesso si lavora in rete e necessariamente aumenta il livello di attenzione da dedicare a questi aspetti.
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