La carta, i bit, il pensiero, la libertà

Abstract

Sembra un esercizio audace riproporre la lettura dell’Areopagitica di John Milton nella prospettiva dell’attualità. Eppure, riprendendo una delle ragioni per leggere i classici proposta da Italo Calvino, “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Ed è proprio in questa prospettiva che vengono riproposti alcuni passaggi del testo di Milton alla luce delle nuove abitudini di produzione e di consumo dell’informazione. Perché se la tendenza da parte di chi detiene il potere, economico, sociale, religioso, politico, culturale di censurare il pensiero dell’altro è una costante della natura dell’uomo. L’avvento delle nuove tecnologie e di nuovi sistemi rischia di confondere le idee, mascherando dietro algoritmi e processi matematici la tutela di interessi di società private. Le piattaforme hanno assunto ormai dimensioni tale da poter essere definite veri e propri Stati oltre gli Stati. La tutela del pluralismo, la cura ed il rispetto per il pensiero dell’altro richiedono mai come oggi un attenzione costante. Come ha insegnato Milton in un grande classico del pensiero occidentale.

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