Economia audiovisiva delle quote di produzione europea
- di Giulio Avella
- Pubblicato sul Numero 1 del 2014
Abstract
Verso la fine degli anni ’80, l’Unione europea ha optato per una chiara scelta di regolazione del mercato audiovisivo introducendo il c.d. “sistema delle quote” con l’obiettivo di rafforzare l’industria europea apparentemente incapace di reggere la competizione sul piano internazionale. Tuttavia, le soluzioni adottate in sede comunitaria, dettate dalla necessità di sostenere il comparto audiovisivo europeo durante una profonda crisi, hanno determinato una riorganizzazione del settore sulla base di logiche che almeno in parte esulano da quelle proprie del mercato. Il rischio insito nel sistema delle quote potrebbe essere quello di contribuire ad alimentare il deficit di competitività di cui le industrie cinematografiche degli Stati membri soffrono rispetto ai colossi americani. Il presente contributo, oltre a dare una rappresentazione (seppur non esaustiva) dell’efficacia e dei risultati ottenuti dalle policy comunitarie a difesa delle produzioni europee, riserverà particolare attenzione alle principali ragioni che hanno indotto l’Europa a non fidarsi della legge di mercato privilegiando politiche di stampo “colbertiano” atte a tutelare la cinematografia europea.
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